Open Source Week

Oggi vi raccontiamo di un grande evento, l’Open Source Week.

Sì, in un anno tanto sfidante abbiamo deciso di usare aggettivi che ci diano piena soddisfazione per una volta, niente giri di parole.

Enterprise OSS qualche mese fa è entrata a far parte di RIOS e grazie a ITServicenet si è proposta come solution provider tecnico per due prodotti di punta della sua offerta

Nextcloud e Ceph.

Al board RIOS è piaciuto il nostro approccio come system integrators aperti e flessibili e la nostra natura distribuita è stata percepita come un plus.

Una partnership concreta

Da qui sono nate le prime collaborazioni con alcune colonne portanti del gruppo RIOS che stanno già portando i primi frutti:

call, incontri (nel limite del possibile offerto dal periodo storico in cui viviamo) e soprattutto demo, webinar e confronti virtuali, anche con prospect comuni.

Un’offerta variegata come quella di Enterprise OSS aveva già un appeal interessante sui potenziali clienti, ma ora il ventaglio di soluzioni è letteralmente esploso entrando a far parte di un gruppo così poliedrico.

Per avere un’idea più definita si parla di 9 aziende specializzate che portano in dote più di 200 skills tecniche e sono in grado di erogare decine di soluzioni open source per il business.


aziende RIOS

Inoltre l’attitudine votata allo sviluppo di alcune di esse permette di integrare diversi prodotti tra loro, al fine di creare un puzzle vincente, molto più adattabile alle esigenze dei clienti.

Soluzioni di questo genere non sono un copia incolla di diverse parti, ma si arricchiscono del valore aggiunto di una consulenza professionale e puntuale su ogni elemento del disegno finale e questo è qualcosa che un’azienda tradizionale può solo sognare di offrire.

Dunque in piena ottica collaborativa ci siamo messi a disposizione anche per contributi video e interviste che presto sfoceranno in un evento vero e proprio.

L’evento

Stiamo parlando dell’ Open Source Week, che si terrà dall’1 al 4 di Dicembre.

Si avvicenderanno talk, workshop, interviste, testimonianze e presentazioni di molti dei prodotti e delle soluzioni che RIOS offre al mondo della pubblica amministrazione e dell’impresa privata, con la partecipazione di alcuni volti noti del mondo dell’open italiano.

Si tratta di un programma fitto che spazia dalla parte più vicina "al ferro" di un sistema informativo, come storage e virtualizzazione e arriva alle applicazioni web based.

Ma non mancheranno argomenti inerenti l’intelligenza artificiale, programmazione, legal, case study, il tutto in salsa open naturalmente.

Questo non significa che per gli affezionati a soluzioni proprietarie non ci siano tematiche interessanti naturalmente, molte delle soluzioni proposte si fondono a meraviglia con questi prodotti e spesso ne arricchiscono le funzionalità.

Inoltre per uno specialista IT è sempre interessante valutare alternative al prodotto preferito o più usato per necessità o opportunità.

Non ci resta che invitarvi ad iscrivervi dunque all’Open Source Week by RIOS, ci sarà da divertirsi, sempre che possediate un’anima nerd, per lavoro o per passione.

Appuntamento a Dicembre.


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Open Source in Italia

Sfatiamo qualche mito sull' Open Source in Italia, a partire dalle convinzioni ancora presenti nelle pmi e in alcune pa del bel paese, che sembrano relegarlo al ruolo di fanalino di coda in termini di affidabilità.

Indice
  1. Domande e risposte
  2. Come per i social media
  3. In che senso
  4. Non è affidabile

Domande e risposte

Parlavo con la mia socia proprio ieri di un grande misunderstanding italiano, uso questo termine perché secondo me riassume i significati di fraintendimento, malinteso, incomprensione.

Provate a pensare ad un software Open Source in Italia.

Come viene percepito, qual è la prima cosa che vi viene in mente?

Lo chiedo perché sono incappato anch’io qualche volta in questo.. eehm misunderstanding.

Forse la prima risposta è questa:

1)È un software utilizzabile senza dover pagare una licenza.

Bene, ma non benissimo. State categorizzando un software per qualcosa che non è, per una features che non possiede.

Se vi chiedessi cos’è una banana mi rispondereste che non è una verdura?

Magari però vi è venuta in mente un’altra risposta che è sempre in voga quando si parla di Open Source in Italia.

2)È un software gratuito.

Anche in questo caso probabilmente non avete sbagliato in senso assoluto, ma è importante definire il contesto.

Se vi chiedessi se i social media sono gratuiti voi mi direste di sì?

Sbagliereste e non sto parlando della consapevolezza, che spero ormai si sia diffusa, che la moneta di scambio in questo caso sono i vostri dati.

Regalate informazioni su di voi in cambio dell’utilizzo “gratuito” dei social media. (Lo sapevate vero?)

Dunque se non si tratta di dati donati, in che senso i social non sono gratuiti?

Torniamo sul discorso del contesto.

I social media usati professionalmente non sono affatto gratis, e parlo di moneta sonante.

I famosi dati che regaliamo vengono infilati in algoritmi sempre più evoluti, per permettere a chi promuove prodotti e servizi di raggiungere il giusto pubblico, cioè quello che è interessato ad acquistarli.

E il servizio offerto da questi algoritmi si paga, giustamente.

Anche per il software open la situazione è analoga: gratis, libero, senza licenza ma, dipende dal contesto.

Mi spiego meglio.

Se vi offrono una macchina elettrica, diciamo una Tesla per fare un viaggio, gratis, non dovete pagare nemmeno la benzina èè (eh eh) voi sareste probabilmente piacevolmente sorpresi e accettereste subito.

Ma nessuno vi ha chiesto quanto è lungo il viaggio, nessuno vi ha detto in che condizioni è la batteria e nemmeno se avete la patente.

Insomma se dovete andare a fare la spesa probabilmente è un’ottima soluzione, anche se un po’ sovradimensionata forse (mi raccomando la patente).

Ma se dovete fare un viaggio da Milano a Tropea e rimanete a piedi a metà?

- Èèè, pazienza, non ho pagato niente, non posso chiedere niente -

Anche per l’open source funziona così

È gratis e senza licenza, ma voi avete la patente?

Sapete installarlo, usarlo, ne avete studiato le caratteristiche e vi soddisfano per le vostre esigenze?

Se lo usate a casa vostra per diletto probabilmente va benissimo.

In caso di bug, errore, fallimento di un aggiornamento o incompatibilità con un altro software ve la caverete attendendo la risposta su un blog di volenterosi, che magari hanno avuto il vostro stesso problema.

Ma se il vostro server Linux mantiene viva la posta di 10, 100, 1000 persone o più e uno stop può trasformarsi in una situazione poco piacevole, è sicuramente intelligente avere un supporto qualificato.

E quel supporto non è gratis, di nuovo giustamente.

Il mondo open è in teoria e in pratica free, si possono usare e installare liberamente i programmi, ma nessuno lo farà per voi e  nessuno vi guarderà le spalle in caso abbiate qualche problema.

La community è una delle forze dell’open, quella sì è una caratteristica che lo definisce, ed è di grande aiuto, ma nessuno è pagato per rispondervi in tempo reale e magari nemmeno dopo una settimana.

Inoltre la vera caratteristica identificativa dell’open source è il codice aperto, consultabile e modificabile.

[Definizione Wikipedia]

Questo è impagabile, favorisce l’integrazione con nuove funzionalità o meglio ancora con altri software che altri hanno già pensato.

E la cosa spettacolare è che anche le nuove versioni del software manterranno poi la loro natura aperta, per definizione.

Quindi per tutto questo, nemmeno pensabile con un software a pagamento, ritenete giusto pagare nulla?

Bhè potete effettivamente arrangiarvi, anche questa è un’opzione contemplata solo da un software open.

Se avete ancora qualche dubbio in merito installate pure Photoshop senza licenza e sperimentate per quanto tempo potrete sfruttarne tutte le funzionalità. (La pirateria non è contemplata naturalmente)

E qui veniamo all’ultima hit delle risposte possibili quando vi chiedono cos’è un software open.

È un software gratis quindi non posso aspettarmi granché e non lo sceglierò mai per lavoro

Il cerchio si è chiuso.

Gratis con tante qualità:

Non affidabile, quindi preferisco pagare un altro software che non ha tutte queste caratteristiche fighissime, ma che mi fa stare tranquillo.

Cortocircuito!

Se il problema era l’assistenza, il problema è risolto, ogni software free che si rispetti ha un supporto, purtroppo però nessuno se lo ricorda quando parla di Software Open Source in Italia.

Per rinfrescare la memora è nata Enterprise OSS nel 2019 e ha deciso che le qualità elencate non erano sufficienti, quindi “ha aggiunto un carico”:

Quindi cosa pago?

L’esperienza ventennale frutto di attività sul campo, certificazioni, formazione dei miei tecnici di riferimento.

L’ Open Source in Italia adesso è anche affidabile.

Enterprise OSS Staff

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