kubernetes nextcloud ceph itservicenet

Indice

  1. Introduzione
  2. L'era del deployment in container
  3. Perché necessito di Kubernetes e cosa posso farci
  4. ITServicenet = Kubernetes + Ceph + Nextcloud

Introduzione

Nel nostro lavoro quotidiano entrando in aziende di ogni tipo constatiamo la continua ed esasperata creazione di Virtual Machine anche solo per far eseguire semplici programmi dedicati ad una specifica attività.

Questo esubero di VM alla lunga appesantisce l’infrastruttura di virtualizzazione (sia essa HyperV, Vmware o Kvm, tanto per citare le più famose). Infatti una VM include l’astrazione hardware ed il sistema operativo in modo completo, quando invece in molti casi non sarebbe strettamente necessario avere tutto a disposizione.

Consapevoli di questa situazione e complice il fatto che le infrastrutture IT devono scalare e dimensionarsi in modo dinamico, senza dimenticare la necessità di avere sempre più servizi in cloud, gli IT Manager hanno iniziato a convergere verso il concetto di Container e di Kubernetes, uno tra gli orchestratori più famosi.

Dunque questa tecnologia ha iniziato a diffondersi in modo inesorabile.

Il container, elemento portante della infrastruttura Kubernetes rappresenta l’astrazione dell’applicativo fine a se stesso.

L'era del deployment in container

I container sono simili alle macchine virtuali, ma presentano un modello di isolamento più leggero, condividendo il sistema operativo (OS) tra le applicazioni. Pertanto sono considerati più leggeri.

Analogamente a una macchina virtuale, un container dispone di una segregazione di filesystem, CPU, memoria, PID e altro ancora.

Poiché disaccoppiati dall'infrastruttura sottostante, risultano portabili tra differenti cloud e diverse distribuzioni.

I container sono diventati popolari dal momento che offrono molteplici vantaggi, ad esempio:

Perché necessito di Kubernetes e cosa posso farci

I container sono un buon modo per distribuire ed eseguire le tue applicazioni. In un ambiente di produzione, è necessario gestire i container che eseguono le applicazioni e garantire che non si verifichino interruzioni dei servizi. Per esempio, se un container si interrompe, è necessario avviare un nuovo container. Non sarebbe più facile se questo comportamento fosse gestito direttamente da un sistema?

È proprio qui che Kubernetes viene in soccorso!

Ti fornisce un framework per far funzionare i sistemi distribuiti in modo resiliente.

Si occupa della scalabilità, del failover, della distribuzione delle tue applicazioni.

E per esempio può facilmente gestire i rilasci con modalità Canary deployment.

Inoltre Kubernetes offre anche:

ITServicenet = Kubernetes + Ceph + Nextcloud

Ci siamo sempre impegnati a rendere i sistemi IT semplici ed affidabili.
La nostra ambizione è poter offrire un sistema scalabile, flessibile, sicuro utilizzando quello che oggi è il massimo offerto dal mercato Open Source Professionale.
Ci siamo voluti specializzare nelle tecnologie che fanno uso della distribuzione del dato e che in forme più o meno elaborate lavorano in modo autonomo ed automatico per permetterci di erogare servizi in alta affidabilità e alta persistenza del dato (self healing).

Quindi oggi possiamo installare un sistema full-stack di gestione container partendo dallo storage CEPH, che ci dà accesso a block device, filesystem e storage S3, quindi Kubernetes per tutti i punti sopra elencati e l’erogazione di servizi Web style come Nextcloud di cui siamo partner ufficiali per l’Italia - https://nextcloud-italia.it/

Il nostro ambiente così istanziato permette di erogare il servizio Nextcloud in modalità altamente scalabile, clusterizzata e di facile manutenzione.

Tutti gli applicativi Web Style possono essere erogati con la medesima modalità dalla infrastruttura Kubernetes + Ceph.

Si parlerà ampiamente di questo ad Open Source Week 2021 - https://opensourceweek.it/

Per registrarsi all’evento è possibile cliccare qui: registrazione open source week.

Per consulenze, preventivi o dettagli contattateci qui: https://www.itservicenet.net/contattaci/

o scriveteci direttamente a m.marcato@itservicenet.net.

Ing. Alessandro Bolgia

Bibliografia:

https://kubernetes.io/it/docs/concepts/overview/what-is-kubernetes/

Oggi vi parliamo di Nextcloud Utilities.

Nextcloud è una soluzione che negli ultimi due anni è cresciuta molto.

Da deposito di dati in cloud privato è divenuta una vera e propria piattaforma collaborativa che può integrare molteplici strumenti, fino a diventare una sorta di ufficio all in one direttamente nel browser.

Indice:

Nextcloud Funzioni Base:

Per chi già conosce Nextcloud il consiglio è quello di passare al prossimo paragrafo, per tutti gli altri ecco una breve descrizione di cos’è questo prodotto.

Un cloud privato open source.

Cloud privato significa che è possibile installare dove si vuole questo software: server on premise o server ospitato in datacenter la sostanza non cambia, Nextcloud svolgerà sempre il suo compito principale.

E cioè conservare e rendere accessibili i dati in esso contenuti, permettendo la sincronizzazione degli stessi con il proprio sistema operativo, desktop o mobile che sia.

Nextcloud è multipiattaforma e soprattutto è fruibile da web.

Questo lo rende un vero e proprio file system nel browser, che si comporta come molti blasonati competitor, da Dropbox a Onedrive a Google Drive a Mega ecc..

La differenza sostanziale è che è molto più flessibile, grazie alla sua natura open source, le sue API aperte e la sua integrabilità con i sistemi informativi già esistenti, siano essi open o closed, a tal proposito abbiamo scritto qui.

Nextcloud moduli aggiuntivi

Nextcloud Utilities di cui vi parleremo tra poco è un’estensione della già ricca gamma di moduli che Nextcloud offre agli utilizzatori di tutto il mondo.

I 3 più conosciuti ed utilizzati sono:

a. Un editor di file di tipo word, excel, powerpoint, a scelta tra Onlyoffice o Collabora

b. Una piattaforma di videoconference e di chat privata chiamata Talk

c. Una suite di 4 app, chiamata Groupware, che offre modulo contatti, calendario, mail e desk

In tutti e tre i casi esiste la versione community, liberamente scaricabile e integrabile con Nextcloud File Community e la versione supportata, che invece offre maggiori funzionalità ed un supporto dedicato al modulo stesso, basata sul numero di utenti.

ITServicenet in quanto partner ufficiale Nextcloud per l’Italia e grazie ad accordi con la casa madre, promuove l’utilizzo di una versione dotata di subscription, fedele fin dal principio alla sua filosofia di integratore di software open source affidabile e supportato.

Questa filosofia non si applica soltanto alla pubblica amministrazione o alle grandi installazioni del settore industriale, ma si adatta con la consueta flessibilità, (in questo caso anche contrattuale), alle piccole realtà, fino a 10 utenti, 20, 50 ecc..

Per saperne di più potete avere/chiedere informazioni qui.

Nextcloud app store

Nextcloud Utilities aggiunge funzionalità a quelle già presenti grazie ad una popolata community di sviluppatori.

È infatti possibile ricercare per argomento sull’app store dedicato ogni tipo di estensione alla piattaforma.

Si va dalle app dedicate alla sicurezza come crittografia e  autenticazione a due fattori, a quelle per la gestione di gruppi, a quelle per l’integrazione con archivi esterni o con Active Directory ecc..

Naturalmente potersi affidare ad un supporto certificato in grado di fare il giusto “tuning” di tutti moduli e di suggerirne la miglior combinazione può essere una buona idea.

Nextcloud utilities Userinfo

Nextcloud Utilities

Ma veniamo a Nextcloud Utilities, l’idea di sviluppare internamente, con il team di programmatori di ITServicenet, degli add on alla già ricca suite Nextcloud è venuta a seguito delle frequenti richieste di personalizzazione da parte dei clienti.

Il fatto che la piattaforma sia flessibile induce gli utilizzatori a chiedere sempre di più, alla ricerca dello strumento perfettamente adattato alle proprie esigenze.

Così siamo partiti da due richieste che andavano per la maggiore.

La prima: Userinfo

Avere un tool, rigorosamente accessibile da browser che permetta di mostrare a colpo d’occhio in che stato sono i vari client connessi con Nextcloud, siano essi desktop o mobile.

Si tratta di uno strumento semplice ma molto utile per fare un audit di primo livello e permettere agli amministratori di avere sotto controllo la situazione, soprattutto nel momento in cui l’istanza Nextcloud risulti molto popolata di utenti e sia necessario conoscere in tempo reale lo stato di tutti i client esistenti.

Le informazioni fornite come si vede in figura sono di facile lettura e favoriscono un controllo capillare della piattaforma a livello client.

nexcloud utilities Log Analysis

La seconda: Nextlog Analysis

I log sono fondamentali per ogni amministratore di sistema, sia per tenere traccia di quello che accade alla piattaforma sia per scovare errori, bug o problemi di ogni genere.

Purtroppo però spesso sono di difficile lettura, allora abbiamo pensato anche in questo caso ad un tool che venga in aiuto al system administrator e che permetta

-Di filtrare per parola chiave i log

-Di vederli descritti in schede riassuntive il più chiare possibile

-Di caricare anche log precedentemente salvati ed analizzarli con le stesse modalità descritte sopra

E non ultimo un tool che funzioni anche se la piattaforma è in down.

Infatti uno dei problemi principali può essere proprio quello di capire perché l’istanza Nextcloud non sia accessibile e i log via web in tal caso non risulterebbero fruibili.

Appoggiandosi invece a questo tool è possibile approfondire il motivo del crash e risolvere la problematica.

Naturalmente queste Nextcloud Utilities sono sempre in evoluzione e a seconda delle richieste che riceviamo le arricchiamo o ne creiamo di nuove.

In cantiere ci sono diverse idee in proposito, ma questo sarà argomento di qualche futuro articolo sul tema.

ITServicenet developers team

Prequel

Dopo 5 anni dalla sua nascita, trovate la news qui.

Nextcloud ha fatto diversi salti a velocità curvatura, spostandosi dal mondo della archiviazione di dati in cloud privato all’editing nel browser, dall’integrazione di un sistema di chat e videoconference totalmente privato, fino alle nuove e più moderne interfacce grafiche.

Privato significa che Nextcloud è possibile installarlo in autonomia e senza alcun costo, serve solo il tempo tecnico per implementarlo su server dedicati, di solito non particolarmente carrozzati e dotati di SO Debian o Ubuntu.

Ma durante questi “viaggi interplanetari” si sono sviluppate notevoli caratteristiche che fanno di Nextcloud oggi una delle più flessibili piattaforme collaborative sul mercato.

Abbiamo deciso di elencarne 10 in questo articolo, ma sappiamo già che lasceremo qualcosa di importante da parte. Ci perdonerete in attesa di un prossimo articolo.

Indice

1. Nextcloud si integra con Active Directory di Microsoft

2. Nextcloud può collegare archivi esterni superando l'esigenza di stabilire VPN verso sistemi informativi aziendali preesistenti

3. Nextcloud può essere integrato con diversi editor di dati del pacchetto office

4. Nextcloud possiede il modulo Talk che permette di avere anche una piattaforma di chat/videoconferenza completamente privata a integrata con files e editing nel browser (vedi punto precedente)

5. Grazie ad API aperte Nextcloud ha una community di sviluppatori le cui creazioni sono incluse in un APP Store dedicato

6. In caso di implementazione multi sede è possibile realizzare una federazione di diverse istanze Nextcloud

7. Con Elastic Search si possono impostare ricerche full text all'interno di Nextcloud

8. Grazie a manipolazione di CSS si può personalizzare graficamente l'interfaccia di Nextcloud, favorendo il branding ad esempio

9. Grazie al partner ufficiale italiano ITServicenet è possibile ricevere formazione utente certificata sullo strumento

10. Per completezza ITServicenet ha realizzato e realizza anche su richiesta video tutorial in pillole

1. Nextcloud + AD Microsoft

Suona strano? Bè in realtà non lo è: Nextcloud nasce non per spazzare via le soluzioni presenti in un sistema informativo pre esistente ma per affiancarsi e migliorarne le funzionalità.

Dunque in questa ottica perché non permettere a coloro che possiedono un dominio Active Directory di Microsoft di ereditare permessi e credenziali d’accesso, in modo che siano valide anche per entrare sulla piattaforma Nextcloud.

2. Nextcloud e archivi esterni

La naturale evoluzione della caratteristica al punto uno appena menzionata è questa: collegare interi file system, già organizzati, con le proprie ACL, permessi, nidificazioni e portarle senza alcuna ridondanza in Nextcloud.

Questo significa dire addio alle VPN, tutti i dati necessari diventano fruibili da remoto tramite un browser e naturalmente soltanto chi ha il diritto di vedere, scrivere, modificare potrà continuare a farlo, in mobilità e sicurezza grazie a Nextcloud, che in questo caso fungerà da ponte tra la preziosa intranet e internet.

Multiple opzioni

3. Nextcloud e l’editing online

Nextcloud agli inizi del 2020 ha fatto un balzo verso i colossi della collaborazione, giusto in tempo per venire in aiuto di un intero mondo di lavoratori che venivano forzatamente catapultati nella nuova dimensione del telelavoro.

In quest’ottica però ha fatto di più di una semplice integrazione con una soluzione di editing di file nel browser, ne ha abilitate ben 4, oggi si può scegliere tra

e attenzione a questo nome

Sei un amante delle maschere di Word, delle funzionalità insostituibili di Excel, delle animazioni Powerpoint?

Con Nextcloud puoi avere questi software a disposizione, ma a differenza del loro ambiente cloud naturale, dove fanno parte di una suite che detiene i dati su server delocalizzati in giro per il mondo, con Nextcloud i dati sono sempre tuoi, sul tuo cloud privato.

4. Nextcloud e Talk

Di salto quantico in salto quantico sembrava limitante non avere anche una chat privata e magari anche la possibilità di scambiarsi dati e discuterne in tempo reale tramite questo strumento, magari in videoconferenza.

Così è nato Talk, soluzione dedicata a questo scopo e perfettamente integrata con Nextcloud files e con l’editing.

Questa combo vincente permette di realizzare files, condividerli, editarli in modo concorrente, discuterli via chat o in video conference, tutto in uno e lasciando al mondo esterno nessuno dei nostri preziosi dati.

Nessuna informazione ceduta a terzi in pegno dell’utilizzo di qualche servizio, il servizio risiede su server privati insieme a dati e metadati.


5. APP Store Dedicato

La community che si è appassionata allo sviluppo di Nextcloud, piattaforma completamente open source è ricca e produttiva, e così si possono trovare APP di ogni tipo, di continuo allineate allo sviluppo del core del codice che in un solo anno ha prodotto ben 3 versioni nuove.

Sfida interessante e stimolante questa, che ha portato anche noi di ITServicenet ad arruolare tra le nostre fila degli sviluppatori per soddisfare le esigenze specifiche di alcuni clienti.

6. Multiple sedi multiple istanze di Nextcloud

Non è raro trovare aziende delocalizzate, che necessitano di archivi di dati condivisi ma a determinate condizioni, con ben precise limitazioni, ma senza rinunciare a numerosi vantaggi offerti dalla flessibilità di Nextcloud.

E così viene sfruttata la possibilità di federare diverse istanze di Nextcloud, ciascuna con le sue peculiarità ma con alcuni punti di contatto con le altre. In tal modo per gli utenti i dati appaiono in modo trasparente nei loro ambienti seppure siano localizzati in diversi storage o archivi Nextcloud completamente distinti tra loro.

7. Ricerche approfondite

Più aumentano i dati, le cartelle, le sottocartelle e i progetti realizzati, più è necessario essere dotati di un sistema di ricerca fine.

Nextcloud si integra con Elastic Search per offrire una ricerca puntuale e full text fino all’interno dei file più complessi.

8. Personalizzazioni grafiche

Nextcloud offre di base app di theaming per personalizzare loghi, sfondi di accesso e colori, ma per chi vuole di più è possibile agire direttamente su CSS e allora può essere dato ampio spazio alla creatività, a favore del brand awareness e magari modificando o nascondendo qualche funzionalità che non si desidera mostrare agli utenti comuni.

9. Formazione

Tanta potenza senza controllo è sprecata. E allora gli IT Manager hanno il loro bel daffare a seguire ed istruire di volta in volta gli utenti, dalle funzionalità non appieno comprese a quelle completamente sconosciute.

Per alleggerire il lavoro dei colleghi che si occupano del primo livello di assistenza agli utenti finali, in ITServicenet abbiamo previsto fin da subito un percorso formativo che ha come obiettivo quello di illustrare all’utente tutte le funzionalità più comuni del software.

Al termine della stessa, grazie a teoria e pratica applicate contemporaneamente, sarà possibile per tutti avere un buon controllo dello strumento.

10. Video Tutorial

A completamento del processo formativo su richiesta si può accedere anche a video tutorial in pillole, che racconteranno nel dettaglio ogni singola funzionalità e saranno sempre fruibili al bisogno. In questo modo il servizio con scopo educativo risulterà molto più completo.

Un esempio a questo link .

Naturalmente con l’evolvere della piattaforma verranno realizzate sempre nuove pillole, in modo da non perdersi nessuna nuova feature proposta dagli sviluppatori del software.

Cos’altro aggiungere? Ci sarebbe molto da dire ma per oggi ci fermiamo qui.

Ora sta a voi decidere di avvicinarvi a questa piattaforma dalle molteplici funzionalità e ricca di sorprese per chi non la conosce ancora.

Ing. Matteo Marcato


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Migrazione Nextcloud

Il 16 di Dicembre è apparso sul blog di Nextcloud un articolo che senza tanti peli sulla lingua “dichiara guerra" alle soluzioni cloud della Silicon Valley.

Non è un segreto che Nextcloud si ponga come alternativa ai suoi più blasonati competitor americani come piattaforma collaborativa in cloud.

A differenza degli altri il prodotto tedesco è open source e permette la realizzazione di un cloud completamente privato e naturalmente non sono due caratteristiche da poco.

Ma per la prima volta vengono forniti degli strumenti per migrare nel vero senso della parola i dati in pochi click.

Di seguito l’articolo in questione.

https://nextcloud.com/blog/easy-migration-to-nextcloud-from-insecure-and-privacy-unfriendly-platforms-now-available/

Nextcloud ha a cuore la privacy e la sovranità dei dati

"Chi possiede e controlla i nostri documenti, le foto, i registri delle chat e gli elementi del calendario è importante e pensiamo che dovresti essere tu. 

Esistono già milioni di utenti che fanno affidamento sul proprio server Nextcloud personale o di un provider che offra un hosting Nextcloud affidabile per i loro dati.

Per semplificare la vita ai suoi utenti e rendere più semplice l’abbandono di piattaforme chiuse, insicure e non in linea con le regole sulla privacy, Nextcloud annuncia oggi una serie di strumenti di migrazione. 

Questi tools aiuteranno gli utenti di Google, Microsoft e altri servizi a spostare i propri dati in Nextcloud con pochi click."

Strumenti di migrazione

"Attualmente sono disponibili i seguenti strumenti di migrazione."

Migrazione da Google

"Il nostro strumento di migrazione da Google può importare calendari, contatti, foto, file da Drive e Google Docs in Nextcloud. 

I documenti possono essere esportati come file Open Document o OOXML (formato Microsoft Office). 

Entrambi possono essere modificati con le nostre soluzioni di editing integrate. 

Lo stesso avverrà per gli appuntamenti in calendario e per i contatti che verranno importati nelle app omonime dedicate ed integrate in Nextcloud.

Per quelli di voi che migrano da Google Foto, abbiamo due suggerimenti. 

1.Innanzitutto, per vedere dove sono state scattate le tue immagini, installa l'app Nextcloud Maps. 

2.E per il riconoscimento facciale, la nostra meravigliosa comunità ha sviluppato l'app di riconoscimento facciale!

Con questa migrazione, ottieni quindi lo spostamento della maggior parte dei dati nelle app Nextcloud equivalenti in modo da poter continuare a lavorare, e senza più regalare i tuoi dati a Google!

Per poter eseguire la migrazione dei dati, l'amministratore deve configurare le credenziali OAuth con Google per il proprio server. 

Sfortunatamente non possiamo renderlo più semplice di come abbiamo fatto, per ogni utente si deve operare separatamente. 

L'alternativa sarebbe per noi registrare un server centrale e inviare tutti i dati dei nostri utenti attraverso di esso, ma questo, per ovvi motivi di privacy, non è qualcosa che vogliamo fare."

Migrazione da Dropbox

"Questo strumento ti consentirà di importare i tuoi documenti e altri file da Dropbox a Nextcloud Files. 

È facile connettersi tramite OAuth, non richiede alcuna configurazione speciale da parte dell'amministratore di sistema. 

Come con lo strumento di migrazione da Google, i tuoi file con la loro struttura di directory vengono completamente preservati durante l'importazione."

Migrazione da OneDrive

"Anche lo strumento di migrazione da OneDrive si concentra sullo spostamento di file e documenti. 

Come per la migrazione da Google, è necessario un amministratore per configurare OAuth con Microsoft. 

La struttura di file e directory viene mantenuta durante l'importazione e gli aggiornamenti futuri per aggiungere calendario, contatti e altri dati sono sulla nostra tabella di marcia."

Migrazione da OwnCloud

"Oltre a creare strumenti di migrazione per le piattaforme cloud pubbliche di cui sopra, abbiamo anche aggiornato la nostra migrazione da OwnCloud. 

Negli ultimi anni, il divario tra Nextcloud e OwnCloud è cresciuto molto, il che ha complicato la migrazione e recentemente abbiamo ricevuto alcune domande a riguardo. 

Quindi, per coloro che sono ancora su un server OwnCloud, abbiamo aggiornato la procedura per consentire la migrazione da OwnCloud 10.5 direttamente a Nextcloud 20.0.4." 

Abbiamo raccontato questo in un nostro recente articolo

https://www.enterpriseoss.com/news/nextcloud-vs-owncloud/

"Abbiamo raccontato di come per Google e OneDrive, gli amministratori debbano seguire alcuni passaggi per assicurarsi che i server Google e Microsoft accettino la richiesta di autenticazione degli utenti. 

Questo processo è descritto nelle nostre impostazioni di amministratore. 

Naturalmente un feedback su questo sarebbe il benvenuto! Abbiamo cercato di rendere il tutto il più semplice possibile, ma sfortunatamente queste imprese non sono molto in sintonia con il mondo open e non possiamo sostituirci in tutto a te."

Torna padrone dei tuoi dati

"La sovranità dei dati, il possesso e il controllo dei propri documenti privati, foto, registri delle chat ed elementi del calendario, è una motivazione chiave per molti utenti di Nextcloud. 

Siamo entusiasti di avere l'opportunità di renderti più facile raggiungere questo obiettivo e non vediamo l'ora di vedere cosa farai con questi nuovi strumenti!

La migrazione viene eseguita dietro le quinte, importando i file e altri dati in background. 

Continueremo ad aggiungere e migliorare questi strumenti, per favore, dacci il tuo feedback e se sei uno sviluppatore di software, valuta la possibilità di contribuire a questi strumenti di migrazione per espandere le loro capacità e sviluppare più modi per consentire a milioni di persone di riprendere il controllo dei propri dati!

Se non sei pronto per la migrazione, puoi ovviamente integrare il tuo Nextcloud con servizi esterni. L'app store include varie interfacce per agganciare archivi esterni tra cui Dropbox , OneDrive e Google Drive

Questi ti consentono di accedere ai tuoi file su questi cloud esterni senza interruzioni, direttamente dall'interno di Nextcloud. 

Ti sarà consentito dunque modificare, condividere, commentare e lavorare con tutti i tuoi file, indipendentemente da dove siano archiviati.

Leggi il nostro comunicato stampa per ulteriori informazioni sulle nostre nuove opzioni di migrazione."

Nel girovagare sul web da buon nerd nel 2010 mi imbattei in alcune soluzioni orientate alla sincronizzazione “cloud” per file e cartelle.

Annovero tra le soluzioni di quel periodo: Resilio, Syncthing, Pydio ed Owncloud.

I primi basati su tecnologia peer to peer molto semplici per quanto riguardava l’utilizzo, ma con dubbia gestione del dato e dei tracker.

Pydio sembrava una valida soluzione ma non mi soddisfaceva all’epoca.

Owncloud nella sua semplicità e pulizia di configurazione aveva invece attirato la mia attenzione, al punto che con la mia prima azienda diventammo partner per offrire un supporto certificato agli utilizzatori di Owncloud.

Nei primi due anni la collaborazione funzionò sia dal punto di vista tecnologico che da quello economico ma poi, improvvisamente, ci fu un cambio di rotta sulla gestione delle subscription e per i numeri che siamo soliti trattare in Italia risultò insostenibile mantenere vivo il rapporto di partnership.

Chi come me ha avuto modo di affrontare la questione capirà chiaramente di cosa sto parlando, ma chiunque può intuire cosa può aver comportato la “migrazione” obbligata alla versione Enterprise...

A quel punto, come tante volte accade nel mondo Open Source, il supporto ufficiale del prodotto risultò vantaggioso solo per aziende con strutture IT importanti.

Questo lasciò scoperto tutto un mondo di piccole e medie imprese. Mondo in cui opero quotidianamente.

Quindi che fare?

I prodotti Open Source senza supporto alimentano nel cliente la spiacevole sensazione di avere una soluzione con un pericoloso punto debole, e per chi ne fa un uso professionale è una grande limitazione.

Purtroppo talvolta l’open non viene scelto per le sue peculiarità straordinarie, ma solo in caso si decida di risparmiare con la versione community di turno.

Questi clienti non investono nulla sul prodotto perché si accontentano di avere un servizio/software/sistema che comunque funziona… Ma questo finto idillio dura fino al primo problema.

A quel punto il prodotto viene percepito come di poco valore, non affidabile o addirittura inadatto allo scopo per il quale è stato scelto, soprattutto nei casi in cui la mancata manutenzione provochi la perdita di dati.

Chi invece è cosciente della necessità di avere un supporto professionale tante volte non riesce ad ottenerlo perché le software house in certi casi pensano solo a confezionare un servizio per enti o aziende che fanno numeri, di conseguenza impongono prezzi proibitivi, non accessibili alle pmi.

Per questo quando apparve Nextcloud , proprio da un fork del progetto OwnCloud, ho apprezzato la flessibilità ed il ritorno alle origini, finalmente poteva tornare ad essere molto utile e accessibile anche al cliente medio.

Ora, fedele a questa filosofia, mi impegno giorno dopo giorno insieme ai colleghi per dare un supporto a chi investe e richiede di essere seguito professionalmente, una volta trovato il prodotto giusto naturalmente.

Per il mondo della sincronizzazione di files su cloud privato posso affermare con certezza che Nextcloud è la giusta scelta oggi!

Una migrazione multipla

Vi riporto come esempio una recente attività per la quale mi hanno contattato.

Migrazione da Owncloud installato come App su Qnap a Nextcloud su VPS Debian.

Il cliente necessitava di migrare da Owncloud 8 a Nextcloud 19!

Quindi una multipla migrazione che comprendeva un vero e proprio cambio di prodotto e ben 10 versioni di upgrade successive!

Il supporto tecnico dei ragazzi di Nextcloud è stato veramente apprezzabile e puntuale.

Non ci sono stati problemi di alcun tipo e grazie anche all’esperienza personale abbiamo impostato un sistema Nextcloud 19 con tutti i dati e metadati del cliente senza avere problemi di sorta, filesystem con snapshot e backup senza downtime del sistema.

In più ora si possono editare tutti i contenuti direttamente dal browser, quindi online, grazie alle app Onlyoffice o Collabora!

Questo è il nostro lavoro, rendere ogni giorno strategico il supporto alle medie imprese, per questo è nata ITServicenet.

Ing. Alessandro Bolgia - Ceo ITServicenet e fondatore di Enterprise OSS


Mi interessa


Open Source Week

Oggi vi raccontiamo di un grande evento, l’Open Source Week.

Sì, in un anno tanto sfidante abbiamo deciso di usare aggettivi che ci diano piena soddisfazione per una volta, niente giri di parole.

Enterprise OSS qualche mese fa è entrata a far parte di RIOS e grazie a ITServicenet si è proposta come solution provider tecnico per due prodotti di punta della sua offerta

Nextcloud e Ceph.

Al board RIOS è piaciuto il nostro approccio come system integrators aperti e flessibili e la nostra natura distribuita è stata percepita come un plus.

Una partnership concreta

Da qui sono nate le prime collaborazioni con alcune colonne portanti del gruppo RIOS che stanno già portando i primi frutti:

call, incontri (nel limite del possibile offerto dal periodo storico in cui viviamo) e soprattutto demo, webinar e confronti virtuali, anche con prospect comuni.

Un’offerta variegata come quella di Enterprise OSS aveva già un appeal interessante sui potenziali clienti, ma ora il ventaglio di soluzioni è letteralmente esploso entrando a far parte di un gruppo così poliedrico.

Per avere un’idea più definita si parla di 9 aziende specializzate che portano in dote più di 200 skills tecniche e sono in grado di erogare decine di soluzioni open source per il business.


aziende RIOS

Inoltre l’attitudine votata allo sviluppo di alcune di esse permette di integrare diversi prodotti tra loro, al fine di creare un puzzle vincente, molto più adattabile alle esigenze dei clienti.

Soluzioni di questo genere non sono un copia incolla di diverse parti, ma si arricchiscono del valore aggiunto di una consulenza professionale e puntuale su ogni elemento del disegno finale e questo è qualcosa che un’azienda tradizionale può solo sognare di offrire.

Dunque in piena ottica collaborativa ci siamo messi a disposizione anche per contributi video e interviste che presto sfoceranno in un evento vero e proprio.

L’evento

Stiamo parlando dell’ Open Source Week, che si terrà dall’1 al 4 di Dicembre.

Si avvicenderanno talk, workshop, interviste, testimonianze e presentazioni di molti dei prodotti e delle soluzioni che RIOS offre al mondo della pubblica amministrazione e dell’impresa privata, con la partecipazione di alcuni volti noti del mondo dell’open italiano.

Si tratta di un programma fitto che spazia dalla parte più vicina "al ferro" di un sistema informativo, come storage e virtualizzazione e arriva alle applicazioni web based.

Ma non mancheranno argomenti inerenti l’intelligenza artificiale, programmazione, legal, case study, il tutto in salsa open naturalmente.

Questo non significa che per gli affezionati a soluzioni proprietarie non ci siano tematiche interessanti naturalmente, molte delle soluzioni proposte si fondono a meraviglia con questi prodotti e spesso ne arricchiscono le funzionalità.

Inoltre per uno specialista IT è sempre interessante valutare alternative al prodotto preferito o più usato per necessità o opportunità.

Non ci resta che invitarvi ad iscrivervi dunque all’Open Source Week by RIOS, ci sarà da divertirsi, sempre che possediate un’anima nerd, per lavoro o per passione.

Appuntamento a Dicembre.


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didattica a distanza

Chi nel 2020 non si è trovato a fronteggiare questa spinosa questione alzi la mano!

Didattica a distanza.

Tre parole che per molti genitori sono diventate un incubo.

Il più piccolo fa i compiti con la mamma, ma non sa usare ancora il computer.

- Non si trovano le lezioni, l’account, dov’è l’account.. ah eccolo. -

- Non ricordo la password, è la stessa della banca.. ahi! Ok ma abbiamo fretta dai. -

Va bene, almeno il grande si arrangia.

- Mamma sul mio computer non si vede questo file, non ho il programma per leggerlo. -

- Come? Chiama lo zio, lui se ne intende di computer, ma per quando è il compito? -

- Per domani. -

- Domani?! Ma sono le 7pm non potevi dirlo prima! -

- C’era la video lezione, ma la connessione saltava e ci abbiamo messo 3 ore. -

- L’acqua bolle, aspetta, me lo dici dopo. -

Quanti hanno vissuto situazioni simili?

La didattica a distanza ci ha messo a dura prova, ma anche gli insegnanti non se la sono spassata di certo.

Tra google, microsoft, formati dei files di tutti i tipi, dimensioni degli allegati proibitive, documenti spediti e mai arrivati, compiti persi, compiti mai pervenuti agli studenti.

Non è stato facile.

Nel caos generale però le responsabilità dei risultati poco soddisfacenti della didattica a distanza non sono da attribuire ai poveri ragazzi o ai genitori, che hanno dovuto rivestire diversi altri ruoli oltre a quello di padre e madre.

E se possibile spezziamo una lancia anche a favore degli insegnanti, che hanno dovuto imparare velocemente ad utilizzare nuovi e spesso sconosciuti strumenti e provare a fare quello che non avevano mai osato prima: didattica a distanza.

La sfida più grande è stata utilizzare molteplici strumenti digitali, non integrati tra loro, che non avevano tutte le funzioni che ci si aspettava, o magari sì, ma non c’era nessuno ad insegnarci come si faceva.

E allora via con i test, i tentativi, gli errori e … e vabbè è andata come è andata.

Il ritorno a scuola

Da settembre però tutto risolto, ripartiti con le lezioni in aula, distanziamento, lezioni regolari e addio al digitale, ma è davvero così?

Un software per gestire il registro, uno per le chat, gruppi whatsapp che si ripopolano di messaggi di ogni genere, compiti da inviare via email, via chat, via classroom.

Se lo studente è costretto a casa come studia?

In realtà è solo stata spostata la polvere sotto il tappeto.

Chi può dire di avere uno strumento che conosce bene e può manovrare senza intoppi, dove ci sia tutto ciò che serve per la didattica a distanza?

Uno strumento per

E come sarebbe bello se si potesse chattare per confrontarsi con lo stesso strumento, ma direttamente su quel file, proprio quello su cui sto lavorando e poterlo editare in tempo reale, sempre lo stesso strumento tramite il quale posso vedere il documento.

Magari si può fare ma.. come? Non so, si può fare? Sì, no, io faccio così, io non ho fatto così.

La formazione in questi casi è essenziale, come lo è la privacy, questi dati dove sono?

Quasi tutti si sono affidati a colossi come Google e Microsoft peccato che la situazione non sia così, diciamo lineare: di recente sono stati rilevati grossi problemi di compatibilità con il GDPR per questi strumenti, che mantengono i dati al di fuori dell’Europa.

Ne parliamo qui per chi vuole approfondire.

Un dirigente scolastico dovrebbe pre-occuparsi di questo, o meglio ancora essere tranquillo di non doversene preoccupare affatto, visto tutto quello a cui deve già pensare.

Quindi una soluzione

Esiste?

Se siete arrivati fino a qui ecco il vostro premio:

Questa soluzione esiste e si chiama Nextcloud, e grazie ad un particolare accordo con la casa madre da parte di ITServicenet, partner ufficiale per l’ITALIA di Nextcloud, è ora possibile averlo anche impegnando budget ridotti, che ogni scuola si può permettere.

Per raccogliere informazioni si può scrivere liberamente qui marketing@itservicenet.net oppure visitare il sito web dedicato https://nextcloud-italia.it

Buona didattica a distanza a tutti.

privacy shield

Siamo di fronte ad un cambiamento che potrebbe essere epocale, naturalmente ci riferiamo alla nostra epoca, molto recente, fatta di startup americane che in pochi anni hanno conquistato il globo con le loro tecnologie e i loro servizi.

La vecchia Europa però questa volta sembra faccia sul serio e non ci sta a modificare le sue rigide direttive relative alla protezione dei dati.

Non verrà ritenuto sicuro l'utilizzo, da parte delle pa e delle imprese private, di soluzioni che archiviano dati nella Silicon Valley. In attesa di conoscere le conseguenze di questa decisione leggete di seguito cosa è accaduto.

Indice:

Privacy Shield invalidato

La "cultura della sorveglianza" degli Stati Uniti ha ricevuto in questi giorni un deciso altolà dell’UE: la Corte di giustizia Europea si è pronunciata contro la legittimità delle Clausole Contrattuali Standard dell’UE, ritenendola un modo per trasferire i dati a regimi legali al di fuori dell'Unione. 

Come abbiamo scritto 2 anni fa, l'austriaco Max Schrems, responsabile della precedente interruzione dell'accordo "Safe Harbor" tra Stati Uniti e UE, ha dichiarato che il suo successore “Privacy Shield” "Sarebbe stato invalidato non appena i tribunali dell'UE avessero deliberato" . E sembra che avesse ragione.

Come spiegato pochi giorni fa a Euroactiv :

"La preoccupazione di Schrems è che la Sezione 702 della Foreign Intelligence Surveillance Act degli Stati Uniti (FISA), consenta alla National Security Agency (NSA) di raccogliere informazioni all’estero su soggetti non americani situati al di fuori degli Stati Uniti, ottenendole grazie a fornitori di servizi di comunicazione elettronica, come Facebook."

In effetti, regolamenti come il Cloud Act hanno già portato le società cloud statunitensi a rinunciare alla lotta per la privacy , spingendo i giganti del cloud europei a collaborare e fornire un'alternativa .

Oggi, la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa (CJEU) invalida "Privacy Shield" in un caso di sorveglianza degli Stati Uniti. 

 

Prime dichiarazioni

La prima dichiarazione dell'organizzazione NOYB di Max Schrems sulla sentenza della CJEU può essere letta qui.

Si evince come la Commissione europea avesse ceduto alle pressioni statunitensi, senza valutare approfonditamente le loro leggi sulla sorveglianza, ma approvando rapidamente il Privacy Shield per proteggere le attività delle imprese statunitensi a discapito della privacy e della sicurezza dei cittadini dell'UE. 

Citando Herwig Hofmann, professore di diritto all'Università del Lussemburgo e uno degli avvocati che discutono i casi di Schrems dinanzi alla CJEU:

"La CJEU ha invalidato la seconda decisione della Commissione che viola i diritti fondamentali della protezione dei dati dell'UE. 

Non può esserci trasferimento di dati in un paese con forme di sorveglianza di massa. 

Fintanto che la legge degli Stati Uniti conferirà al proprio governo i poteri di impossessarsi dai dati dell'UE che transitano negli Stati Uniti, tali strumenti saranno invalidati ancora ed ancora. 

L' accettazione da parte della Commissione delle leggi statunitensi sulla sorveglianza presenti nel Privacy Shield li aveva lasciati senza difesa."

Molte autorità tedesche per la protezione dei dati hanno già concluso in varie occasioni che l'uso di Office 365 nelle scuole è illegale e l'uso di servizi di chat e di comunicazione video ospitati all'estero pone problemi di conformità, raccomandando invece Nextcloud Talk. 

Quelle svedesi e olandesi sono giunte alla stessa conclusione ripetutamente. 

La CJEU stabilisce che le Data Protection Authority (DPA) hanno il dovere di agire e non di piegarsi alla pressione politica, come è già successo più volte. 

"Distogliere lo sguardo non è una soluzione."

Servizi cloud statunitensi non conformi al GDPR

Le società cloud statunitensi come Microsoft hanno già mostrato di non rispettare le leggi europee sulla privacy, come è stato dimostrato di recente in una vasta valutazione dell'impatto sulla protezione dei dati di Office 365 dal governo olandese, esponendo dozzine di violazioni del GDPR.

Con quest'ultima sentenza, la Corte di giustizia europea pone un altro importante ostacolo ai servizi cloud statunitensi, sfidando la premessa di base che siano una soluzione adottabile per trattare qualsiasi dato sensibile. 

Le aziende, le scuole e le organizzazioni governative che trasferiscono dati dai loro dipendenti, clienti, studenti e cittadini su Office 365, Google G Suite o una delle dozzine di altri servizi SaaS con sede negli Stati Uniti ora rischiano ingenti multe ai sensi del GDPR.

Fonte: https://nextcloud.com/blog/breaking-news-ecj-rules-us-cloud-services-fundamentally-incompatible-with-eu-privacy-laws/

E adesso i paesi europei cosa faranno?

Si adatteranno in fretta scegliendo alternative ai vari office365, G Suite e simili o ignoreranno queste sentenze e continueranno come se nulla fosse successo?

Noi dall’inizio del 2020 ci siamo premurati di spianare la strada a coloro che desiderano tenere al sicuro i loro dati.

Come system integrator creiamo delle infrastrutture che permettono di ospitare cloud privati in sicurezza e come amministratori di sistemi proponiamo Nextcloud Enterprise a tutti coloro che vogliono una piattaforma GDPR compliant, sicura affidabile e manutenuta da professionisti che parlano la lingua del bel paese.

Essere un passo avanti per soddisfare le esigenze del mercato è uno dei nostri mantra e quando anche le corti europee ci danno ragione è una bella soddisfazione.

Ne è dimostrazione il fatto che riceviamo settimanalmente richieste da pubbliche amministrazioni e imprese di ogni dimensione e l'installato su Nextcloud comincia ad essere importante.

Ing. Alessandro Bolgia - ITServicenet

itservicenet partner nethesis

Il software Open Source è sempre più presente nel mondo business e probabilmente l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM nel recente passato per una cifra astronomica ha segnato una svolta o almeno ha reso ancora più evidente questo trend.

Da pochi studenti visionari nascosti in aule universitarie, negli anni, si è arrivati alla formazione di intere Community Open, sempre più attive e produttive e questo ha inevitabilmente accelerato la diffusione e lo sviluppo di questi software, fino a coprire tutti i campi di utilizzo a livello aziendale.

ITservicenet ha fondato Enterprise OSS, che è una delle ultime espressioni dell’open enterprise, ma i player sul mercato che partecipano alla diffusione dell’open source sono molteplici, oggi ne menzioniamo uno in particolare che riteniamo degno di nota, stiamo parlando di Nethesis.

Chi è Nethesis

Nethesis è una realtà tutta italiana, nata nel 2003 e inizialmente formata da 3 appassionati di informatica.

Nel tempo però si è trasformata in una vera e propria community e oggi vanta un team ben più numeroso, volto al continuo sviluppo dei servizi da fornire al mondo business e una rete di partners ragguardevole.

Sostanzialmente Nethesis è in grado di fornire una soluzione completa di applicativi aziendali integrati tra loro, il tutto gestito da una potente interfaccia grafica.

Nello specifico le quattro soluzioni proposte sono

A monte di tutto troviamo il NETHSERVER, ossia un sistema CentOS (attualmente alla versione 7.8), arricchito da pacchetti e applicativi sviluppati dalla community di Nethesis.

Qualche informazione in più

Senza scendere troppo nel dettaglio è interessante vedere che questi macro gruppi, modulari tra loro, sono costituiti al loro interno da diversi software che li rendono strumenti completi, semplici ed estremamente funzionali.

Per fare un semplice esempio, NETHSERVICE è una piattaforma al cui interno troviamo un applicativo mail con numerosissime funzionalità avanzate, il file sharing per la gestione di cartelle condivise, Nextcloud per cloud privato e la condivisione avanzata, Mattermost per la chat aziendale.

Il tutto dentro un unico modulo e gestito unicamente da una interfaccia web molto potente e smart per l’utente.

Oppure c'è NETHVOICE, basato su Asterisk, che permette di gestire qualsiasi tipo di dispositivo telefonico con funzioni di gestione della coda e di gruppo per le chiamate in entrata, e policy avanzate per configurare le chiamate in entrata e in uscita, ottimali sia per piccoli uffici che per grandi call center.

La grafica come valore aggiunto

Probabilmente però il pezzo forte è costituito dall’interfaccia grafica, basata su Cockpit, molto chiara e ricca di funzioni che permettono di avere il controllo completo a livello administrator e molto user friendly ed esteticamente curata a livello utente.

Le soluzioni Nethesis possono essere installate on-premise sul proprio hardware purché certificato Red Hat, in alternativa “il ferro” lo si può acquistare direttamente da loro evitando dispendi di tempo in configurazioni iniziali.

Per concludere possiamo dire che Nethesis sia un validissimo esempio dell’espressione Open Source a livello business, in grado di abbracciare la maggior parte delle esigenze aziendali in modo facile, completo e soprattutto in continuo sviluppo grazie alla fervida attività della community che la popola.

ITServicenet Partner Nethesis

Dopo questo lungo preambolo dunque siamo lieti di annunciare che ITServicenet ha deciso di diventare partner Nethesis e non solo, vista la corsia preferenziale di cui godono i partner certificati, ha già messo all’opera nelle prime settimane di collaborazione alcuni dei suoi tecnici di riferimento.

Nethesis infratti offre una vera e propria formazione in aula sulle proprie soluzioni, in modo da rendere indipendenti i vari partner e snellire l’attività quotidiana in caso di guasti e necessità dei clienti grazie ai partner stessi.

A ITServicenet è piaciuto questo modello e ha deciso di certificarsi con alcuni dei collaboratori di riferimento.

Quindi da oggi tutti gli associati di Enterprise OSS potranno contare anche su nuovi prodotti che spaziano dal mondo Voip, Foip centralini agli hot spot per strutture ricettive.

La collaborazione e la divulgazione di prodotti open source rimangono sempre il nostro mantra, se sono anche il vostro lasciamo un link per iscrivervi alla nostra newsletter.

https://www.enterpriseoss.com/newsletter/

Per proporre collaborazioni o richiedere consulenze invece scrivete qui

mail to: info@enterpriseoss.com

Enterprise OSS e Rios diventano partners
Questa settimana parliamo di una nuova collaborazione in casa Enteprise OSS.
Nonostante la giovane età dell’associazione, nata a fine 2019 dopo qualche anno di incubazione come potete approfondire qui
e nonostante i tempi non semplici in cui tutti ci siamo trovati da marzo 2020, la nostra mission ci ha portato a realizzare molti progetti nell’information technology ed anche a stringere un accordo con RIOS.

EnterpriseOSS e Rios partners

Di cosa si tratta?

"Rios è la Rete Italiana Open Source, è un network di aziende creato per promuovere servizi professionali e prodotti Open Source, in grado di offrire soluzioni di livello Enterprise.
La rete è costituita da 8 imprese, fra le principali del settore, che condividono esperienze e risorse assicurando servizi e soluzioni semplici e vantaggiose da utilizzare garantendo un supporto qualificato.

RIOS rappresenta un punto di riferimento in Italia per chiunque voglia sfruttare i benefici dell'Open Source con la sicurezza, la stabilità, il supporto e la garanzia di soluzioni di livello Enterprise."

Questo si legge sulla loro pagina web, che continua

"Obiettivo di RIOS è offrire il supporto necessario ad un utilizzo sicuro ed assistito degli asset più innovativi, permettere ai nostri clienti di usufruire di soluzioni di qualità più elevata a costi minori e offrire la più alta garanzia di integrazione fra i diversi prodotti rappresentati dalla Rete."

Con un background simile non poteva che nascere una relazione tra le nostre due realtà, e così è stato.

Enterprise OSS diventerà partner Educational di Rios e grazie ad ITServicenet, azienda fondatrice di EOSS, sarà un solution provider vero e proprio su due dei nostri prodotti di punta: Nextcloud e Ceph.

Questo cosa significa per voi?

Presto l'offerta di EOSS sarà molto più ampia e potrà coprire campi fino ad oggi inesplorati per noi.

Di seguito un'anticipazione tramite case study di alcune tecnologie che potremo proporre grazie a questa nuova partnership.


rios case history

Naturalmente EnterpriseOSS e RIOS partners significa che in modo del tutto bidirezionale potremo offrire anche noi nuove skills alla Rete Italiana Open Source, creando così opportunità di business fresche per le aziende associate.

Durante il mese appena trascorso in realtà abbiamo dato i natali anche a nuove iniziative, presto vi aggiorneremo anche su questo.

Il consiglio è sempre quello di seguire il nostro blog e i nostri canali, oltre a questa pagina web

dove potrete scoprire gli eventi dedicati agli associati e spesso anche ai curiosi che sono interessati alle tematiche che trattiamo abitualmente.

A tal proposito il webinar in programma per giugno sarà incentrato su

Argomento:

“Information Gathering come primo step di un attacco

Per ricevere un accesso free all’evento iscrivetevi qui.

A presto.

Enterprise OSS Staff

Riservatezza dei dati aziendali

Al tempo di covid19 molte sono le persone che nel pieno rispetto delle regole stanno lavorando per preparare un futuro migliore.

Ci sono coloro che hanno trasformato stanze di casa in uffici perfettamente funzionali, a patto di assoldare le "forze dell’ordine" (moglie o marito a seconda dei casi), per fare la guardia contro le incursioni di piccoli teppisti, incuranti delle faccende lavorative quotidiane dei loro genitori.

Viste le webcall che si susseguono a flusso continuo giorno dopo giorno, qualcuno ha dovuto anche improvvisarsi sceneggiatore, posizionando camere e microfoni in modo da far sparire stendibiancheria, ceste piene di giocattoli e attutire rumori di ogni genere che provengono da diversi angoli della casa.

Ma ci sono anche coloro che armati di autocertificazioni sempre più dettagliate vanno su e giù per le provincie d’Italia, qualcuno osa addirittura sconfinare in un’altra regione, e questo è il caso dei nostri due Ale.

Lavori in corso

La scorsa settimana infatti noi di Enterprise OSS ci siamo recati in datacenter presso Irideos a Verona per preparare delle nuove macchine.

L’obiettivo è quello di offrire a tutti i nostri clienti e a chi ne avrà bisogno una piattaforma per lo smart working completa, capiente e in linea con la riservatezza dei dati aziendali.

Al nostro cluster è infatti stato aggiunto un nuovo nodo, al fine di potenziarne considerevolmente le capacità di calcolo e lo storage.

A proposito di quest’ultimo sono stati aggiunti 8 nodi ARM che erogano storage di tipo S3 su filesystem gestito da Ceph.

Questo lavoro ha generato un più 30 TB di spazio storage utile.

enterpriseoss in tempi covid19

In un prossimo futuro

Un numero sempre maggiore di aziende si rivolgerà ai professionisti del mondo ICT per trovare la migliore soluzione che permetta loro di lavorare da remoto, ma emergeranno sicuramente delle esigenze nuove che possiamo identificare in:

In particolar modo l’ultimo punto è spesso trascurato dai più, che si rivolgono ai colossi della Silicon Valley alla ricerca di un pacchetto all in one che non esiste in realtà e dunque sono costretti ad accontentarsi o a sacrificare qualcosa per poter lavorare.

E questo qualcosa è molto spesso proprio la privacy: dati, metadati, informazioni strategiche vengono messe in rete, incuranti del fatto che quando accettiamo le condizioni per utilizzare qualunque software solitamente diamo in cambio il permesso a visualizzare i nostri dati.

Non tutti hanno segreti industriali da tenere sotto chiave, ma crediamo che chiunque preferisca tenersi in casa il frutto dei propri sforzi, per non dare vantaggi competitivi alla concorrenza, ma anche per non permettere di tracciare tutte le proprie abitudini.

Cosa che accade regolarmente con app, motori di ricerca e social media, i quali per essere usati gratuitamente chiedono questo “pizzo”.

Servizi erogati a prescindere dal dono di preziosi dati

Ma mentre l’utente privato può (forse) accettare di perdere un po’ di riservatezza in cambio di servizi, per le aziende la questione è completamente diversa, anche perché non si parla di servizi gratuiti, anzi.

Per questo noi ci siamo fatti un nostro cloud privato, un vero e proprio spazio alla Amazon, e lo offriamo a chi desidera puntare su tutto quello che questo colosso offre, ma mantenendo come pilastro fondamentale la sicurezza del dato, non solo in termini di ridondanza e protezione dello stesso, ma proprio in termini di riservatezza dei dati aziendali.

storage s3 basato su arm e ceph

Utilizziamo per lo più software open source in una combo vincente che parte dall’infrastruttura e arriva fino alle applicazioni di tutti i giorni:

Insomma crearsi un oggetto del genere in datacenter o addirittura on premise all’occorrenza non è più una chimera, noi di Enterprise OSS lo abbiamo già fatto e lo faremo sempre di più, con un occhio di riguardo alla riservatezza del dati aziendali, argomento troppo importante per essere trascurato in tempi come i nostri.

Enterprise Oss Staff

smart working

Questa settimana prendiamo spunto da alcuni articoli, uno preso dal sito Ansa.it

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/02/24/coronavirus_c624c27e-1e0f-4367-8c09-e66861142ff7.html

E l'altro scritto da uno dei nostri associati: la Nexsys di Francesco Pandiscia e rilanciamo il tema dello smart working

https://www.nexsys.it/blog/il-presente-e-smart-il-futuro-e-seaside/

L’attualità, che ci impone restrizioni e le misure prese per limitare la diffusione del virus covid-19 più noto come coronavirus, hanno portato alla ribalta un tema a noi molto caro.

In Enterprise OSS abbiamo adottato da tempo la logica di azienda distribuita, aggettivo mutuato dal mondo dei database, degli storage o anche delle moderne tecnologie blockchain.

Nel nostro caso si tratta dell’estensione del concetto di lavoro da casa o telelavoro o appunto smart working.

Questo ci permette di lavorare in luoghi remoti dando assistenza professionale a chi la richiede, ma lo facciamo anche confrontandoci in videoconferenza e cooperando in modo concorrente su file e dati comuni in tempo reale.

Strumenti:

Uno degli strumenti che ci aiuta a svolgere queste attività è sicuramente Nextcloud del quale ITServicenet, tra le aziende fondatrici di Enterprise OSS, è divenuta nel 2020 partner italiano ufficiale.

Azienda distribuita significa anche più sedi fisiche in cui incontrarsi nel caso in cui la virtualità non sia sufficiente.

È così che possiamo incontrare al nostro laboratorio in Lombardia dei nuovi associati o partecipare ad un evento fisico in una sala conferenze del Veneto, il tutto grazie alla rete che abbiamo creato che ci permette di lavorare in diversi luoghi contemporaneamente.

Naturalmente gli strumenti che usiamo ci permettono di mantenere il nostro lavoro al sicuro.

Nextcloud infatti è ospitato sul servers proprietari e in datacenter europei, dunque gdpr compliant.

Gli associati dunque godono dei vantaggi derivanti dalle conoscenze condivise e del networking che l’associazione stessa favorisce con gli altri componenti.

Ma offre anche assistenza su strumenti digitali come quello sopracitato e luoghi fisici delocalizzati ben più comodi di una sede legale unica.

Un esempio:

Di seguito mostriamo un semplice esempio di lavoro in mobilità svolto esclusivamente con un smartphone sul quale è installata la versione mobile di Nextcloud, sincronizzata con il nostro server centrale.

https://youtu.be/gtbgagy-QoY

Noterete come i dati raccolti tramite scansione vengano poi messi a disposizione di tutti tramite il cloud senza lasciare traccia sullo strumento, questo mette in luce due vantaggi importanti:

1. Lo spazio sul dispositivo mobile rimane libero. 

2. Le informazioni vengono messe al sicuro e sono sempre accessibili, previa conoscenza degli accessi alle cartelle condivise del drive.

Gli eventi infausti che in questo periodo storico stanno ostacolando le attività del quotidiano e in generale spaventando molte persone, possono essere annullati, almeno dal punto di vista della produttività.

È sufficiente adottare la filosofia dello smart working e avvalersi di strumenti intelligenti che ci permettano di continuare a lavorare al sicuro da virus informatici, come si è soliti pensare, ma anche da quelli biologici.

Alla prossima settimana.

nextcloud hub

La notizia è del 17 gennaio 2020 e non sembra proprio che l’anno bisestile o il venerdì abbiano intimorito il team di Nextcloud dal rilasciare questo articolo bomba

https://nextcloud.com/blog/the-new-standard-in-on-premises-team-collaboration-nextcloud-hub/

Già dal titolo si può leggere

Il nuovo standard nei tool per la collaborazione di team on premise: Nextcloud Hub

La nuova generazione della piattaforma di collaborazione integra l’editing nativo dei documenti di Office, app aggiuntive integrate, introduce workflows, spazi di lavoro avanzati, blocco dei file e molto altro.

Durante una presentazione chiave a Berlino, il CEO di Nextcloud Frank Karlitschek ha annunciato la disponibilità di un nuovo prodotto. 

Nextcloud Hub: si tratta della prima piattaforma di collaborazione on premise completamente integrata sul mercato, pronta per una nuova generazione di utenti che si aspettano funzionalità di collaborazione online pronte all'uso.

Nextcloud Hub

Nextcloud Hub offre i seguenti miglioramenti a milioni di utenti Nextcloud già esistenti:

 

Nelle prossime settimane proporremo diversi video tutorial di breve durata per mostrarvi tutte queste funzionalità.

 

Riassumendo

Nextcloud Hub offre la piattaforma di collaborazione on premise e open source più avanzata ad oggi, completa di chat audio / video, modifica di documenti collaborativi in tempo reale, posta, calendario e gestione dei contatti. 

Spulciando un po’ su web e social si possono anche trovare rilanci dello stesso articolo, come questo su Forbes

https://www-forbes-com.cdn.ampproject.org/c/s/www.forbes.com/sites/jasonevangelho/2020/01/17/nextcloud-hub-launches-to-compete-with-google-docs-and-office-365/amp/

Dove si può leggere senza tanti giri di parole:

Nextcloud Hub viene lanciato con l'inclusione di diverse nuove funzionalità che lo trasformano da una soluzione di sincronizzazione e condivisione di file ad un concorrente potenzialmente degno di Office 365 e Google Docs, ma open source!

E se qualcuno dovesse pensare che qualche giornalista ci abbia preso un po’ la mano, è lo stesso fondatore di Nextcloud a "gettare benzina sul fuoco" dal suo account facebook dove si legge: “ Attacco dalla Germania ai giganti del cloud ”.

Insomma dal 17 di gennaio in casa Nextcloud hanno deciso di alzare l’asticella e di giocare a carte scoperte, forti di una soluzione ormai matura e che basa i suoi punti di forza sulla privacy e la community.

Infatti rispetto ai suoi, a questo punto possiamo dirlo, più blasonati competitor, Nextcloud è totalmente open source, e la comunità sta dimostrando che questo particolare paga, tanto che alcuni plugin creati dagli sviluppatori vengono ora inglobati in questa nuova versione del prodotto.

Nextcloud dunque si è trasformato in una vera e propria suite on premise.

Inoltre si distingue dagli altri perché punta sul cloud privato, in un’era in cui la sicurezza dei dati, sempre più labile può diventare l’ago della bilancia nella scelta di una soluzione piuttosto che un’altra.

In conclusione

Fino ad oggi mancava forse solo un ultimo tassello per rendere questo prodotto davvero appetibile per il mercato delle pmi e della pa italiano, il supporto in lingua italiana, ma dal 2020 grazie ad ITServicenet, partner ufficiale Nextcloud, Enterprise OSS colma anche questa lacuna rimasta.

Scarica e prova gratuitamente Nextcloud qui -> https://nextcloud.com/install/

.. e rivolgiti @Enterprise OSS per assistenza professionale, consulenza, formazione in lingua italiana

itservicenet partner ufficiale nextcloud

Buongiorno a tutti,

Il Natale è alle porte e Enterprise OSS ha preparato sotto l’albero un sacco contenente un regalo per voi.

In realtà sono quei regali che spesso gli adulti si fanno da soli, certi che risulteranno molto utili anche per i veri destinatari, che nel nostro caso siete voi che ci avete dato fiducia, chi iscrivendosi alla nostra newsletter, chi partecipando ai nostri eventi, chi diventando parte del nostro gruppo.

Ebbene ITServicenet, azienda fondatrice di Enterprise OSS è diventata

PARTNER ufficiale Nextcloud

SITO: https://nextcloud-italia.it/

Questo significa che oltre alla consueta professionalità ora c’è la possibilità di avere anche un supporto top a questo prodotto su tre livelli, i primi due offerti in lingua italiana, fino ad arrivare al terzo per chi ha esigenze di business continuity, integrazione, consulenza importanti.

Essere Partner Ufficiale Nextcloud significa molto anche in termini di sicurezza del dato e di prospettiva, essendo questo uno dei prodotti più promettenti nel 2020 per un cloud open source privato completamente europeo.

E per noi amanti dei manga e dei videogame è come dotarsi di un supporto in lingua italiana da Super Sayan.

Abbiamo in questi giorni fatto il primo webinar in diretta facebook sull’argomento, giusto per scaldare i motori, se ci seguirete ne vedrete delle belle.

DIRETTA: https://www.facebook.com/opensourceprofessionale/videos/748945525612304/

Vi raccontiamo tutto questo con un filo di emozione: dopo due anni di incubazione Enterprise OSS ha preso vita nel 2019 e ha portato sotto la sua ala già 12 imprese.

Ci aspetta un 2020 ricco di nuovi eventi formativi in aula e in digitale, di nuove collaborazioni e di nuove soluzioni, sempre all'insegna dell'open source. Insomma si preannuncia un anno luminoso e chi salirà su questo treno con noi siamo certi che ne trarrà molte soddisfazioni.

Non mi resta dunque che augurare a tutti Buon Natale e buone feste, ovunque voi siate e ovunque voi festeggiate.

Che la condivisione e la collaborazione siano sempre con voi.

Enterprise OSS Staff

il cloud open source privato

Un dialogo a proposito di "Cloud open source privato"

IT manager: Anche tu qualche volta hai la testa tra le nuvole? [Ride..] Forse la testa no, ma i dati sicuramente, sì sono certo che qualcuno dei tuoi dati è nelle nuvole, gli addetti ai lavori di solito parlano di CLOUD

Cliente: No, io ho tutto in locale

IT manager: Mah, se hai uno smartphone fatico a crederci

Cliente: Sì ho un iPhone

IT manager: Allora probabilmente hai dei dati su iCloud, il cloud di Apple

Cliente: No io ho un telefono Android, non sono un "fighetto" della mela

IT manager: Allora probabilmente hai dei dati su Google Drive

Cliente: No io ho tutto in locale, piuttosto cancello le foto del mio matrimonio se non ho più spazio, ma mi tengo tutto sui miei hard disk

IT manager: Capisco. Usi la mail?

Cliente: Si certo

IT manager: Anche sul cellulare?

Cliente: Ovvio, non potrei vivere senza

IT manager: E scommetto che la usi come archivio: allegati, pdf ecc..

Cliente: Bhè chi non lo fa..

IT manager: Hai un server di posta a casa?

Cliente: Ma va, uso gmail

IT manager: Eccolo, allora hai dei dati in cloud

Cliente: Aaah, non ci avevo pensato

IT manager: Già..

Cliente: Ma come si fa allora se si vuole avere i dati in uno spazio personale, ma non affidato ai colossi della Silicon Valley

IT manager: Basta rivolgersi a Enterprise OSS

Cliente: A chi scusa?

IT manager: A "Enterprise OSS", è un network di imprese che fa dell’open source il suo mantra

Cliente: Ah open source.. bello il concetto di software libero e cosa possono fare loro per il mio cloud?

IT manager: Possono offrirti uno spazio su Nextcloud.

Cliente: E cos’è?

IT manager: È un cloud completamente open, dove puoi configurarti tutto, dal numero di utenti che possono accedere, ai plugin per usarlo come un file server raggiungibile da ogni dispositivo. Oppure puoi integrarlo con i tuoi calendari o magari con dei tool di videoconferenza..

Cliente: Davvero? E se voglio tenermi i dati in casa? Ovviamente è un cloud quindi non è possibile

IT manager: Ti sbagli è possibile, il server se vuoi puoi fartelo configurare in locale, da Enterprise OSS appunto

Cliente: Tosto questo Nextcloud.. ma come contatto questi di Enterprise OSS?

IT manager: Ci sono molti modi.. inizia da qui

https://www.enterpriseoss.com

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